Ula Tirso (Ula è l’antico toponimo in sardo) è un comune italiano di circa 500 abitanti della provincia di Oristano in Sardegna, nella regione storica del Barigadu. Il 16 maggio 1870 il consiglio comunale di Ula, dopo più di mezzo millennio, decide di cambiare il nome del paese e di aggiungere a Ula l’appellativo Tirso. Questo venne aggiunto sia per ovviare agli sbagli ortografici con altri comuni, spesso Ula veniva confuso con Uta. Il nome Tirso è aggiunto perché i suoi territori sono intersecati dall’omonimo fiume. Infatti originariamente il villaggio sorgeva nella riva sinistra del fiume, in una località oggi chiamata “Orruinas e Sos Contones”, dove sono stati rinvenuti i resti di un villaggio e scoperta la più grande necropoli del periodo romano di tutto il Barigadu.
È noto anche per la diga di santa Chiara, monumento di archeologia industriale che ha formato nel 1923 il lago Omodeo, allora maggiore bacino artificiale d’Europa, oggi grande attrazione naturalistica e di turismo attivo. A valle potrai visitare la centrale idroelettrica: Ulà Tirso è stato il primo paese nell’Isola a usufruire dell’energia elettrica.
Nelle suggestive stradine del centro storico meritano attenzione le chiese di santa Croce e di santa Chiara e, soprattutto, la parrocchiale di sant’Andrea, costruita con trachite a vista nel XVII secolo in stile gotico-aragonese. Molto bella dal punto di vista strutturale, in facciata presenta un grande rosone decorativo che sovrasta il portale gotico con arco a sesto acuto. Il campanile del 1769 domina tutta la valle del Tirso. Il patrono sant’Andrea è celebrato a fine novembre, appuntamento in cui si degusta il vino novello. Tante altre feste religiose e popolari animano durante l’anno le suggestive stradine del centro abitato: la principale è per la Maddalena, a fine luglio.
Nel mese di agosto è la volta della sagra dedicata alla tipica pasta ulese: sos cannisones, ma non mancano le svariate e gustose qualità di dolci tipici, il pane, i formaggi, il bollito di pecora, i vini, i liquori del posto e il miele. Sempre nel mese di agosto si festeggia l’emigrato: grazie alla collaborazione e partecipazione di tutto il paese ogni anno si organizza una cena all’aperto accompagnata da musica e balli tradizionali dove la maggior parte degli emigrati si danno appuntamento per trascorrere una serata di allegria con tutta la popolazione.
Il 13 dicembre è festeggiata santa Lucia e a metà gennaio si accendono i fuochi di Sant’Antonio abate: attorno alla tradizionale tuva (falò), balli accompagnati dal pane cun gherdas (lardo di maiale) e vino. È l’inizio del carnevale, durante il quale è protagonista la maschera ulese, s’urtzu e sos bardianos.
Nome abitanti: ulesi
Patrono: Sant’Andrea – Giorno festivo: 30 novembre