Il comune di Samugheo, che si caratterizza sia per le tradizioni che ancora la sua gente conserva (come il carnevale, la lavorazione del pane, o la produzione vitivinicola) che per gli importanti reperti archeologici, è posto a circa 400 metri sul livello del mare, nella regione storica della Barbagia del Mandrolisai, in una zona chiamata Brabayanna (porta della Barbagia, quanto a testimoniare l’inizio della sub-regione barbaricina proprio nel territorio samughese, per poi terminare, delineando i confini di quest’ultima a nord nei territori dell’antica Barbagia di Bitti).
Case a due piani con balconi, portali e cornici in trachite rossa caratterizzano il centro storico, che in origine si divideva in quattro rioni, ciascuno un ‘microcosmo’. Le dimore sono ornate con murales, dove è rappresentato l’emblema paesano: i tappeti. In periferia c’è il Murats (museo regionale dell’arte tessile): ammirerai splendidi manufatti di tutta la Sardegna. La sezione etnografica ospita telai in legno e altre attrezzature. Tra i pezzi più rari le affaciadas, piccoli arazzi che si espongono durante il Corpus Domini, e cinque tapinu de mortus settecenteschi (in tutta l’Isola se ne contano otto). La tradizione è rinnovata ogni anno anche da Tessingiu, la principale mostra-mercato di settore nell’Isola. Il paese è rinomato anche per pecorino, ottimo vino e lavorazione del pane, cui è dedicata a ottobre una sagra.
Evidenti sono le tracce bizantine: usanze religiose, chiese e il castello di Medusa, avvolto dalla leggenda della regina Medusa. La roccaforte si arrampica su una rupe, interamente scavata nel marmo. L’impianto è del IV-V secolo, poi ci furono varie fasi costruttive sino al XII. I ruderi sono immersi nella vegetazione: vedrai tratti di mura, una cisterna e resti di due torri. Tra gli edifici di culto spiccano la cinquecentesca chiesa di san Basilio, patrono del paese che, secondo leggenda, lo salvò dalla peste, la chiesa di san Sebastiano, forse del XIII secolo, ampliata nel XV secolo con pianta a croce latina e decorazioni tardo-gotiche, e il santuario di santa Maria di Abbasassa, costruita a 450 metri d’altezza su un antico tempio pagano. La chiesa più antica era forse San Michele, oggi rudere.
La festività più celebre è A Maimone, carnevale samughese con rassegna di maschere di tutta la Barbagia. A metà gennaio i fuochi in onore di san Sebastiano sono l’anteprima del carnevale.
Nome abitanti: samughesi
Patrono: San Sebastiano – Giorno festivo: 20 gennaio